Primiero, 29/03/2018
Gli aguazzi son cresciuti. E il SotAlaZopa non si farà più, e questo è quanto. Tolto questo peso subito alla prima riga, riteniamo doveroso però dare qualche spiegazione in più.
Il gruppo che ormai quasi 10 anni fa diede vita all'Associazione Aguaz non c'è più, o meglio, molti dei suoi componenti, fondatori e chi è entrato un po' più tardi in questo bellissimo mondo, ci sono ancora, ma non sono più gli studenti spensierati, appena maggiorenni; i lavoratori precari e per questo anche talvolta più disponibili; i ragazzi a casa con mamma e papà che comunque, a fine giornata, garantiscono un tetto sotto cui dormire.
Quel gruppo è cresciuto, ora lavora, qualcuno ha messo su famiglia, qualcun altro vive lontano, che sia all'altro capo del mondo o a Trento poco importa. Arriviamo quindi al primo fattore contro il quale negli ultimi anni abbiamo provato a resistere: il tempo.
Il tempo che passa non ci ha perdonato, non ci sentiamo certo dei vecchietti ma il tempo che ci manca per dedicarci con tutti noi stessi al volontariato in quell'immane mole di lavoro che è sempre stato il SotAlaZopa ci ha spinto, gradualmente, ad arrivare ad alzare bandiera bianca.
Ma stavamo parlando di gruppo? Ecco, infatti arriviamo dritti dritti al secondo punto: il ricambio. Il mea culpa associativo ci vede colpevoli di non essere riusciti, pur con l'attenuante di averci "comunque provato" a portare all'interno dell'associazione quel ricambio generazionale (eliminando i picchi, tra i più giovani e i meno giovani ci sono più di vent'anni di gap) che è inevitabile nel perseguire eventi così carichi e in cui la spinta più grande la danno, oltre al fattore tempo, l'entusiasmo e l'incoscienza che solo una certa fascia d'età riesce a garantirti senza se e senza ma.
Gli innesti sono arrivati, spesso tardi, e complice anche una certa "gelosia" dei più grandi nei ruoli "che contano", di fatto non si è mai concretizzato a sufficienza.
A questa mancanza si aggiunge il progressivo sgretolarsi di un gruppo forte, come sopra, semplicemente "per colpa" di tante vite che vanno avanti, e che prendono strade diverse, ognuno per la sua strada con le sue paure, le sue speranze e il suo bagaglio di esperienze da riempire.
Senza dire poi che dieci anni fa il mondo era un altro mondo, in particolare quello della musica, trasformatosi così rapidamente che quello nuovo, noi ancora giovani ma a cavallo dei trent'anni (chi qualcuno in più, chi qualcuno di meno) facciamo fatica a fare totalmente nostro, o magari non ci sforziamo abbastanza, forti della nostra promessa di "un festival rock ad ingresso gratuito che ogni anno raduna alcune band di rilievo nel panorama alternative italiano nella più bella arena concerti naturale di sempre per salutare i primi colori dell’autunno e concludere in festa la stagione estiva." come campeggiava sui nostri primi comunicati.
L'alternative e il rock sono sicuramente ancora in buona salute, ma è evidente che il futuro guarda da un'altra parte, e non siamo altrettanto sicuri di riuscire a fare la nostra parte in maniera così efficiente e competente come fatto in questi anni, non essendoci dentro del tutto.
Ultimo elemento: i costi. SotAlaZopa era partito come una festa campestre con tanti gruppi, pochi soldi ed infinito entusiasmo. Dieci anni dopo SotAlaZopa costa tanti soldi per portare tanti gruppi (bravi), e l'infinito entusiasmo va a scontrarsi con la vita reale, di cui sopra abbiamo già parlato in abbondanza, e che spesso non è sufficiente a coprire quella cronica latitanza di fondi con la quale fare i conti ogni anno.
Tutto qui? Troppo banale? SotAlaZopa arriva a tanto così dal festeggiare il suo decimo compleanno, ma dopo tanti anni in cui ci abbiamo scherzato su in continuazione, quasi per esorcizzare un epilogo di cui tutti eravamo consapevoli, quest'anno ci siamo stranamente trovati quasi tutti concordi nel dire che il SotAlaZopa non ci sarà più. E lo facciamo con gli occhi lucidi, ripercorrendo con la mente tutte le intraducibili emozioni vissute calpestando quell'erba, quel fango. Prendendo energia da quella rugiada, da cui il nome dell'associazione, così ricca nelle nostre vallate e allo stesso tempo così evanescente. Che cresce al buio e svanisce con il levar del sole, così facciamo noi, scendendo dal palco quando ormai i riflettori avevano iniziati a fissarci, così importanti, così determinanti.
SotAlaZopa chiude i riflettori quindi, quest'anno nessun palco verrà allestito nella campagna di Tonadico, nessuna area campeggi, nessun SazInTown e nessun FaiNaFoto. Aguaz però non si ferma qui, e vuole ripartire anche se con un piglio diverso, più "comodo" se così si vuol chiamare, meno impegnativo e più distensivo, che sia realmente sostenibile tenendo conto delle vite e degli impegni di ognuno. Con la fiducia che lo spazio lasciato vuoto, all'interno del panorama culturale ed emozionale primierotto, verrà ben presto rimpiazzato da qualcuno che possa lasciare un'impronta altrettanto importante.
Ciao SAZ ❤️🤘🏻
Ass. Aguaz
Ma cos'è stato il SotAlaZopa?
Visita i siti delle varie edizioni o gli album fotografici su Facebook.